giovedì 5 marzo 2009

Louis Kervran: storie di ordinaria...rimozione

Paolo Brunetti e Antonio Papa, tratto da Frigidaire, aprile 1990

Corentin Louis Kervran è nato a Quimper, in Bretagna, nel 1901. Chimico di valore ed esperto di Medicina del Lavoro, in Igiene, Agricoltura, docente universitario è vissuto a Parigi dove ha svolto la sua attività di ricercatore ed estensore di numerosi testi scientifici.
Per vent'anni è stato direttore dei servizio nazionali francesi per lo studio delle nuove questioni scientifiche e in particolare delle misure di prevenzione degli effetti dannosi prodotti dalle radiazioni atomiche sull'organismo umano.
Il suo nome è comparso, più volte, a partire dal 1975, fra i candidati dal Premio Nobel di fisiologia e medicina

Dobbiamo ringraziare la lungimirante intelligenza e la caparbietà dell'editore Giannone, perché diversamente oggi, in Italia, non si conoscerebbe l'opera di Kervran, la cui enorme importanza, così come ha dimostrato il dibattito aperto in seguito all'affaire fusione nucleare "fredda", è ancora ben lontano dall'essere "compresa", perlomeno negli ambienti cosiddetti "scientifìci".
Diciamo "compresa", ma, in realtà, la "comprensione" ci fu, eccome! Ovviamente, dapprincipio, le conclusioni raggiunte da Kervran (già negli anni sessanta!) affrontarono il vaglio della "Comunità scientifica" che pose immediatamente il "veto" a quella che sarebbe equivalsa ad una "dichiarazione di invalidità totale" del principio di Einstein e Langevin dell'equivalenza tra energia e massa nel rapporto c2.
Ma nel corso degli anni, proprio di fronte alla impressionante mole di dati e "conferme" sperimentali, l'aut-aut posto dai fisici "ufficiali" dovette “ammorbidirsi” ed ammettere una “terza via”: nacque così l’ipotesi dei neutrini, che troverà conferma proprio da parte della comunità scientifica.

Insomma, Kervran, le sue teorie, le sue osservazioni, il suo “effetto Kervran”, furono prima rifiutati, poi riconosciuti – perché sperimentati dalla Scienza ufficiale – ed infine semplicemente RIMOSSI dalla stessa Scienza Ufficiale che li aveva sperimentati”

Vediamo a questo proposito alcuni dichiarazioni rilasciate dallo stesse Kervran alla rivista scientifica "Scienza vita" nel gennaio 1980.
"Devo dire che le mie scoperte sulla trasmutazione del potassio in calcio come avviene nello stomaco delle galline non sono né una novità né un fatto incredibile. Studi in tal senso furono fatti addirittura dal francese Vauquelin nel 1799 e sono ampiamente illustrati nei suoi testi. A quel tempo Vauquelin constatò come le galline producessero - tra feci e guscio d'uovo - al meno quattro volte la quantità di calcio che esse ingurgitavano nel corso della loro alimentazione. Per portare avanti la sua esperienza scientifica egli prese varie galline, le pose in un ambiente privo di calcio e le nutrì di sola avena che, com’è noto, è un ‘calcifugo’ cioè un cereale praticamente privo di calcio tra i suoi componenti.
Ebbene, il buon Vauquelin si accorse con grande sorpresa che le sue galline pur mangiando solo avena producevano calcio in quantità enorme, sia nei gusci delle loro uova, sia nelle feci espulse.
In quel momento - cioè con la Rivoluzione Francese imperante - per Vauquelin non era di buon tono parlare di ‘trasmutazione degli elementi' mettendo cioè in dubbio le teorie elementari dell'iperpositivista Lavoisier. L'errore basilare di Lavoisier, portato avanti per anni, diciamo fino ad Einstein, col suo 'nulla si crea e nulla si distrugge' era stato quello di lavorare, per le sue esperienze, soltanto su materiale morto. Vauquelin invece lavorava sul materiale vivo e constatando che dal silicio e dal potassio dell'avena mangiata dalle galline veniva fuori il calcio, adombrò per primo il sospetto di una trasmutazione dell'elemento. Ma con una prudenza tale, diciamo così per ragioni politiche, da passare praticamente inosservato.
Personalmente ho iniziato e iniziato e portato a termine le mie ricerche tra il 1959 e il 1961, vale a dire vent'anní or sono e con, bisogna sottolinearlo, grande scetticismo da parte dei fisici, i quali hanno avuto bisogno di altri quindici anni per giungere alle stesse constatazioni oggi ormai assorbite e incontestate."
"Questa prima constatazione (la ripetizione dell'esperimento di Vauquelin n.d.r.) mi impose ricerche più approfondite che furono effettuate al Centro Nazionale delle Ricerche Scientifiche di Parigi e all'Istituto Nazionale di Ricerche Agronomiche sempre in Francia, ampliate alle piante e su vari tipi di animali come i topi.
Ciò ci permise di constatare che effettivamente sia gli organismi animali sia quelli vegetali, pur nutriti senza calcio, producono calcio. Il fatto non è valido solo per il calcio ma anche per molti altri minerali tra cui citerò il magnesio.
Detto ciò non c’era ormai nulla da dimostrare.
Il fatto esisteva ed io nel 1961 ne avevo, ormai tutte le prove scientifiche. Quel che mi interessava capire e che rimaneva un mistero era il 'perché' e il 'come' tale trasmutazione degli elementi potesse avvenire.
Oggi ormai, raccontare queste cose è quasi come parlare dei principi di Archimede, di Copernico, di Galilei."...
“Eppure i fisici - continua più avanti Kervran - ad una ipotesi del genere, (e cioè al pensare che lo stomaco di una gallina è capace di provocare una reazione atomica n.d.r.) sussultavano. Dicevano che la cosa era impossibile perché, affermavano, 'se tale reazione avvenisse nello stomaco di una gallina tale gallina scoppierebbe trasformandosi in calore e lucé. Badi bene che eravamo già negli anni Sessanta e che Enrico Fermi, in tal senso, aveva aperto molte porte della scienza. Ciò nonostante i buoni fisici - che chiamerei fisici positivisti per non definirli miopi - mi deridevano di buon cuore."

E fin qui sembra di assistere alle dichiarazioni dei miopi nostrani del 1989 di fronte agli esperimenti di fusione nucleare fredda, ma c'è qualcosa di più che ci dice Kervran e che è stato ‘completamente’ rimosso:

Gli esperimenti furono fatti nel 1973/74 nei laboratori ufficiali!

“…soltanto a partire dal 1973 al CERN di Ginevra fu confermato che le trasmutazioni di elementi potevano aver luogo anche con reazioni a ‘debole energia' grazie all'intervento dei neutrini. Il grave errore dei fisici era stato fino ad allora quello di credere che le trasmutazioni di elementi potessero aver luogo soltanto con 'reazioni a forte energia' cioè con un’esplosione atomica.
Perciò di ostinavano a pensare che le mie galline con la ‘bomba atomica nella pancia’ avrebbero dovuto scoppiare e trasformarsi in calore e luce.
Il fatto è che, negli anni Sessanta, la fisica era in enorme ritardo sulla biologia. Con le comunicazioni scientifiche al CERN di Ginevra del 1973 e le conferme venute l’anno seguente dalle prove di laboratorio effettuate a Batavia è ad Argonnes negli Stati Uniti fu anche data la spiegazione del fenomeno. Esso era dovuto alla esistenza di 'correnti neutre' dovute appunto ai neutriní. Insomma nonostante quelli che oggi sono considerati i progressi favolosi della scienza ci vollero quindici anni per confermare e capire, da parte dei fisici, che, come io andavo dicendo da altrettanto tempo, le mie galline avevano la bomba atomica nella pancia. E badi bene che se mi diverto a parlare in questo senso è perché sono stato per venti anni addetto alla protezione dagli effetti atomici per la Francia ".

Ebbene il potere costituito (“scientifico", politico ed economico) ha seppellito con una tombale coltre di silenzio non solo ogni idea ed ogni pensiero partoriti dalla ricerca "secondo natura" ma anche la stessa storia degli esperimenti ormai assodati e certificati da parte della comunità scientifica stessa.
Ed è divertente notare che l'ufficialità delle scoperte di Kervran viene da quello stesso CERN di Ginevra che oggi, con la direzione Rubbia, si adopera per negare ogni validità di esperimenti in tal senso (vedi Fleishmann-Pons il cui esperimento può benissimo essere valutato come un effetto Kervran).

Ma vediamo ora come lo stesso Kervran spiega nella sua intervista del 1980 la reazione a debole energia:
“Praticamente allo stesso modo che,in una 'reazione a forte energia", cioè in una esplosione atomica. Nella reazione a debole energia la trasmutazione si fa nel nucleo dell'atomo grazie agli enzimi. Essa avviene in due fasi: nella prima è l'enzima che modifica la struttura molecolare della cellula rendendola più sensibile all'azione dei neutrini: nella seconda è il neutrino che entra nel nucleo dell'atomo e modifica la sua struttura aggiungendo un protone che viene da un altro elemento, ossigeno in generale o idrogeno. Nel caso specifico, diciamo così delle 'mie galline', l'enzima fa penetrare nel nucleo del potassio, il quale possiede diciannove protoni un ventesimo protone, trasformandolo così in calcio che, come sappiamo, è un elemento composto da venti protoni".

Semplice, no? Si osserva un fenomeno, lo si studia pazientemente, con la testa libera da ogni pregiudizio, poi si passa alla sperimentazione: si toglie il calcio e si guarda se viene il guscio, si dà il potassio (o magnesio o silicio) e si scopre che il guscio vien fuori anche senza calcio... si ripetono con pazienza gli esperimenti poi se ne cerca il perché ed il come, e a volte, come in questo caso, si trova anche il perché del come oltre al come del perché.
Kervran conclude la sua intervista auspicando che ì suoi studi entrino nei dibattiti scientifici e nei testi universitari perché, dice: "troppo spesso capita gli atenei formino per domani tecnici scienziati di ieri".
Eppure un tema come questo, affascinante poiché costituisce uno dei meccanismi base della vita stessa su questo pianeta, non è nemmeno accennato nei testi universitari. Anzi, è stato cancellato: necessario completamento dell’opera di rimozione.

“Mendeleiev ha parlato di elementi leggeri, elementi medi ed elementi pesanti. Tutta la fisica atomica attuale è basata sull’uso degli elementi pesanti. Però il fondamento della fisica atomica della natura, il meccanismo base che consente lo scorrere della vita son proprio gli elementi leggeri e la loro suscettibilità di trasmutazioni a bassa energia”
[ Gianfranco Valsé Pantellini, scienziato, biochimico che ha lavorato con Kervran ]
www.disinformazione.it

mercoledì 4 marzo 2009

Il vigile

Alla luce del silenzio sulla notizia da parte dei principali organi di informazione, incollo l'articolo tratto da Il Manifesto in cui invece la notizia compare eccome...

Sempre sul tema, segnalo inoltre il link http://veritanascoste.wordpress.com/2009/03/03/toto-cuffaro-alla-commisione-vigilanza-della-rai/ in cui sono pubblicati una serie di video tratti dal documentario "La mafia bianca"...

Alla prossima nomina,
Ary

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Fonte: Il Manifesto (20.02.2009)
(articolo di Federico Scarcella)

VIGILANZA Indicato dall'Udc, ha una vecchia passione per telecamere e tv. E per gli uffici stampa
E ora Cuffaro vigilerà su Santoro
Promozione per l'ex governatore siciliano, condannato a 5 anni per mafia

L'esordio televisivo di Salvatore «Totò» Cuffaro avvenne in diretta nazionale nel 1991, durante la famosa puntata di Samarcanda dal teatro Politeama di Palermo per ricordare Libero Grassi, da poco assassinato per avere detto no al pizzo. Sul palco, tra gli ospiti di Michele Santoro e Maurizio Costanzo, che in quell'occasione decisero di unire le forze, c'era Giovanni Falcone, che qualche mese dopo sarebbe stato fatto a pezzi nella strage di Capaci. Totò, fresco deputato regionale della Dc, camicia azzurra e cravatta, svettò dalla poltrona e disse la sua: «Ho ascoltato buffonate, volgari aggressioni alla migliore classe dirigente siciliana», cioè a Calogero Mannino, suo padrino politico. E ancora: «Questa è informazione mafiosa».
Nel 1991 l'editto bulgaro era ancora in cerca d'autore. Totò, futuro presidente della Regione siciliana, anticipò i tempi. E adesso, tornato al senato, si appresta a rappresentare l'Udc in commissione di vigilanza Rai (il partito lo ha designato preferendolo al capogruppo Giampiero D'Alia). Il curriculum glielo consente. Con il mondo dell'informazione i suoi rapporti sono sempre stati all'insegna della massima generosità: massacrare gli avversari, adulare gli amici. E a proposito di amici, uno degli ultimi atti compiuti da governatore (prima che una sentenza di condanna a 5 anni per aver favorito qualche boss mafioso lo costringesse alle dimissioni) fu l'assunzione nel suo ufficio stampa, per chiamata diretta, di 19 giornalisti che, sommati ai 4 che già c'erano, fanno 23; più della Casa Bianca e tutti con la qualifica di caporedattori. Qualche giorno fa la Corte dei conti lo ha richiamato, chiedendogli di risarcire 4 milioni per questo atto di esuberanza. Ma siccome Cuffaro crede nella giustizia, ha detto che non è per niente preoccupato: i giudici contabili capiranno. Cosa? Forse che l'amicizia è un grande sentimento e il denaro una volgarità.
Incurante dei dettagli, fino a qualche anno fa il senatore aveva sui media poche idee ma confuse. Qualcuno del suo ex staff racconta che quando vedeva una telecamera avvicinarsi la domanda più frequente era: ma quello di che Rai è?
Tra le sue passioni c'era e c'è Michele Santoro, sul quale Cuffaro dovrà vigilare. Il conduttore di Anno Zero rappresenta per lui la sintesi di tutti i mali dell'informazione: non farsi i fatti propri. Il suo motto è, innanzitutto, leggerezza. All'indomani della condanna a 5 anni provò ad annegare l'amarezza nei cannoli, festeggiando con gli uomini del suo entourage, ufficio stampa compreso. Un fotografo beccò le leccornie sul tavolo e, con suo stupore, l'immagine finì sulle prime pagine dei giornali. Di quella vicenda, che il 26 gennaio 2008 lo portò alle dimissioni, riuscì a trarne il lato buono: una grande campagna pubblicitaria per i dolci della sua amata terra e per la pasticceria dell'amico che glieli aveva forniti, il quale da allora ha moltiplicato gli affari. In precedenza aveva tentato di promuovere anche un altro prodotto tipico, la coppola, indossata con orgoglio e ostentazione nel salotto di Anno Zero.
Costretto nell'ombra dal suo ex amico Raffaele Lombardo, diventato governatore della Sicilia dietro sua insistenza, Cuffaro ha da togliersi molti sassolini dalle scarpe. Lombardo sta decuffarizzando l'amministrazione, dove ogni funzionario che si rispetti aveva una foto di Totò sulla scrivania. Il senatore non comprende questa furia iconoclasta di Lombardo, che sembrava il continuatore della sua specie e, invece, da mesi i due non si rivolgono più la parola. I suoi lo hanno in buona parte abbandonato e i pochi fedeli vivono nella clandestinità.
Lombardo non è quell'istrione di Totò che trasformava ogni gaffe in oro e che per indicare una brochure diceva abatjour («perché, non si chiama così?»). Con Lombardo la storia sembra essere tornata indietro, quando lo spettacolo della politica era, sì, una commedia, ma non era ancora cabaret.
Totò saprà rifarsi: dalla vigilanza vigilerà affinché ogni cosa sia chiamata con il suo nome, perché ogni brochure possa essere vendicata.