domenica 21 dicembre 2008

La giornalista Cecilia Gatto Trocchi morta suicida(ta)?

Il Prezzo del Potere

Splendido pezzo di Solange Manfredi 

Fonte:  paolofranceschetti.blogspot.com

Premessa.

Paolo in questo blog ha scritto alcuni articoli su alcune associazioni esoteriche che hanno fatto sorgere tra i lettori confronti, a volte, anche accesi.

Diverse persone hanno commentato gli articoli scrivendo le proprie esperienze, e non solo.

Altri sono intervenuti per mettere in guardia dal “fascino” che dette associazioni possono avere su alcune persone.

In ultimo, ieri, un’amica di Paolo, letto il suo ultimo articolo sulla Rosa Rossa, gli ha detto che leggerlo fa venir voglia di iscriversi, più che di combattere il fenomeno...fa venire voglia di dire "voglio anche io avere conoscenze superiori" voglio anche io avere potere...”

Ed ecco il perché del mio intervento.


Il prezzo del potere.


Ho avuto la straordinaria (nel senso letterale del termine, ovvero fuori dall’ordinario) possibilità di vivere in una famiglia che tale potere aveva, inserita ai massimi livelli italiani.

Per tale motivo ritengo opportuno dare la mia testimonianza sull’altra faccia di questo potere che tante persone può affascinare.

Questo tipo di potere ha un costo enorme ed è quello della vita e della libertà tua e della tua famiglia.

Certo, la mia famiglia aveva potere e denaro, ma a che prezzo cercherò di spiegarvelo nel modo più semplice.

Non ho mai visto, un solo giorno, mio padre senza la paura negli occhi.

Non l’ho mai visto veramente sereno e sorridente.

Era un bravissimo attore e, in società, era considerato un uomo bello, intelligente, simpatico, ironico, tollerante, comprensivo e disponibile.

A casa era un uomo chiuso, sospettoso, iroso, intollerante e cinico.

Era un uomo spaventato.

Perché quando accetti di far parte di questo mondo, o di queste organizzazioni, il prezzo da pagare è questo:

Non hai la possibilità di difendere né te stesso, né la tua famiglia.

Tutto è loro concesso e tu non puoi rifiutare ai gradi pari, o superiori, nulla.

Sei, sostanzialmente, al loro servizio.

Cosa vuol dire questo?

Vuol dire che ti viene tolta la dignità e la libertà.

Diventi, niente di più e niente di meno, che uno schiavo strapagato.

Uno schiavo che deve essere sempre pronto ad esaudire i desideri dell’organizzazione, qualunque essi siano, legali o no.

Uno schiavo che non ha la possibilità di difendere neanche la sua famiglia, perché anche quella appartiene all’organizzazione.

Uno schiavo che potrà chiedere grandi vantaggi anche per la sua famiglia, certo, ma che se attaccata dall’organizzazione non avrà la possibilità di difenderla. Anzi, se chiesta, sarà lui a doverla concedere.

Sarai a conoscenza, quando addirittura non complice od esecutore, di reati che servono sia agli scopi dell’organizzazione sia per renderti uomo ricattabile.

Dovrai scattare ad ogni loro richiamo.

Dovrai sottostare a qualsiasi loro richiesta.

Vivrai nel terrore di sbagliare, sapendo che la pena per tale errore è la più atroce.

Ogni giorno vivrai con l’ansia che il telefono squilli, o che qualcuno arrivi nel tuo studio a farti l’ennesima richiesta oscena a cui tu dovrai obbedire; perché hai potere certo, ma c’è sempre qualcuno sopra di te.

Perché magari un giorno, se ti verrà chiesto, dovrai dare l’ordine di uccidere un uomo onesto, solo perché, svolgendo il suo lavoro, si è avvicinato pericolosamente a scoprire l’organizzazione di cui fai parte.

E sarà difficile prendere sonno quella notte. Ma lo sarà ancora di più la notte seguente all’attentato che hai ordinato di fare, quando saprai che l’autobomba imbottita di tritolo ha ucciso anche una madre con i suoi due figli, colpevoli soltanto di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

Sarà difficile quella sera rientrare a casa e vederti correre incontro tua figlia, che ha più o meno la stessa età dei bambini morti nell’attentato che hai ordinato, per un abbraccio.

Sarà difficile, quasi impossibile, ricevere quell’abbraccio, perché quel contatto potrebbe farti pensare a quei bambini, i cui corpi sono stati ritrovati a decine di metri di distanza, spiaccicati sulla facciata di un palazzo, e farti crollare emotivamente.

E allora, probabilmente, allontanerai con rabbia tua figlia, le impedirai qualsiasi contatto, lasciandola delusa e confusa.

O forse passerai settimane intere tornando a casa tardi la sera, per essere sicuro che già dorma, per poi svegliarti la mattina quando è già uscita per andare a scuola.

Negli anni questo stato ti porterà a chiuderti dentro una corazza, che ogni giorno si farà più stretta, fino a soffocarti.

Perché denaro e potere non riescono a cancellare il fatto che ti hanno annullato come uomo, privandoti di dignità e libertà.

E anche quando qualcuno dell’organizzazione causerà un danno alla tua famiglia e questa ti chiederà tutela, il non poterla dare, il non poter loro spiegare che quel danno, o quel reato, non può essere denunciato, sarà difficile. Perché tra voi non vi potete denunciare, in quanto considerate i tribunali dello Stato “tribunali profani”, indegni di giudicarvi.

Cercherai scuse per non agire e, se la tua famiglia cercherà di tutelarsi da sola, arriverai perfino a rubare da casa i documenti che comprovano il reato per impedire la denuncia.

Ed allora per la tua famiglia diventerai, nella migliore delle ipotesi, un uomo che causa sofferenza ed incomprensioni.

Sarà difficile reggere tutto ciò.

Perché sarà difficile da reggere la recita in pubblico, sempre in tensione ad ogni persona che ti si avvicina e ti dice: “Sono un amico di….le posso parlare?”.

Con una “corte” attorno a te di uomini che ti adulano certo, ma che tu sai perfettamente aspettano solo un momento di tua debolezza per pugnalarti alle spalle e prendere il tuo posto, ed il relativo potere, nell’organizzazione.

E sarà difficile reggere le incomprensioni che il tuo atteggiamento ha causato in casa.

Certo, cercherai disperatamente di compensare quelle incomprensioni con quel denaro tanto facile ed immeritato che a fiumi ti viene fatto scorrere nelle tasche. Ma può capitare che alla tua famiglia non interessi tanto denaro, interessi avere un padre ed un uomo, ovvero quello che tu non sei più.

Ed allora ogni giorno sarà una sofferenza per te e per chi ti sta accanto.

Il momento peggiore, poi, sarà quando non riuscirai più a sopportare tutto ciò e cercherai un modo per uscirne, per trovare una scusa all’ennesima indecente richiesta.

Sarà proprio allora che ti verrà ricordato che non sei libero di scegliere, e te lo ricorderanno nei modi peggiori.

Magari faranno avvicinare tua figlia da qualcuno che le farà un discorso strano, che lei non sarà in grado di capire, ma che le verrà chiesto di riferirti, perché tu, invece, ne comprenderai perfettamente il significato.

Ed allora inizierà il panico. Un panico incontrollato. E inizierai a tremare ogni qualvolta tua figlia uscirà di casa, ogni volta che ti racconterà di aver conosciuto un ragazzo. Reagirai con la tipica rabbia dettata dalla paura chiedendole di non vedere mai più quella persona, adducendo scuse a tale richiesta, scuse banali e per tua figlia incomprensibili.

Questo allontanerà ancora di più tua figlia che, per vivere, inizierà a mentirti e a nasconderti la propria vita.

Tutto ciò aumenterà ancora di più la tua paura e la tua sensazione di impotenza.

Così avanzerai verso di lei pretese sempre più assurde, cercando di controllare ogni sua amicizia, ogni suo spostamento e, quando tua figlia ti chiederà spiegazioni per questo tuo comportamento, non saprai cosa dire. Perché probabilmente non avrai la forza di spiegarle che rischia la vita, che è pericoloso uscire con un ragazzo incontrato in discoteca, perché lei è usata come strumento di pressione e di ricatto perché tu obbedisca.

Perché non potrai spiegarle che quella persona con cui lei ti dice aver passato una bella serata e che, conoscendoti, ti manda i suoi saluti, in realtà voleva farti sapere che è stato così vicino a tua figlia da poterla uccidere con una sola mano. Non potrai.

Né potrai spiegarle che vive questa situazione perché tu hai scelto anni prima di avere potere e denaro per poter avere una bella casa, per poter avere incarichi che non meritavi, per non rispondere giudizialmente di eventuali errori nella tua professione, per poter fare le vacanze nei posti più esclusivi, per poter ottenere con facilità cose che non ti spettavano, ecc..

Non potrai spiegarle che la sua vita appartiene ad altri perché tu volevi il potere.

Ed non potrai spiegarlo perché anche tu trovassi la forza di farlo, sapresti perfettamente che non servirebbe a nulla, se non a far vivere nel panico anche i tuoi cari.

E’ a questo punto che ti accorgerai di quanto ti sia costato quel potere, ma non potrai più tornare indietro.

Non potrai più porre rimedio a quella scelta fatta per l’ambizione di arrivare dove altrimenti non saresti mai arrivato.

Non avrai più via di scampo, come non ce l’avrà la tua famiglia, che vivrà in un incubo senza sapere perché. Nessun rapporto, solo recite in pubblico per la società, che tu obbligherai la tua famiglia a recitare con la paura ed il ricatto, i soli strumenti che ti saranno rimasti avendo perso il loro amore, la loro stima e la loro fiducia.

E neanche la tua morte salderà il conto, perché la tua famiglia sarà costretta a scegliere: se entrerà nell’organizzazione manterrà ciò che ha, se rifiuterà le verrà tolto tutto.

Si perché le strutture che tu hai messo in piedi, siano aziende o studi professionali, sono strutture dell’organizzazione e tu eri solo lo schiavo strapagato che le portava avanti, la c.d. testa di legno.

Così, se la tua famiglia rifiuterà, le verrà tolto tutto.

Se cercherà di ottenere ciò che ritiene suo, e che la legge dice esserlo, verrà massacrata (morte civile, calunnie, minacce, denunce pretestuose, ecc…).

Se poi un componente della tua famiglia, magari tua figlia, sceglierà di aiutare le persone che cadono vittime della tua organizzazione (e sono tante) perché, grazie alla sua esperienza di vita, vi conosce e riconosce, o cercherà di informare sul meccanismo del vostro potere, saprà che sarà un progetto che non potrà pianificare.
Saprà che, probabilmente, una sera ci sarà qualcuno che, come tante volte hai fatto tu in passato, darà l’ordine di eliminare il problema e l’esecutore, con rapidità ed efficienza, entrerà in azione assicurandosi che il decesso venga archiviato come incidente o suicidio.

Questo è il prezzo del potere.

Alle singole persone scegliere se vale la pena pagarlo. Io, ho scelto la libertà per poter, come ebbe a dire Paolo Borsellino:"... sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità… ".

lunedì 15 dicembre 2008

giusto per stare in tema

Pink Floyd - Another Brick In The Wall

D'Amore Si Vive (di Silvano Agosti)


giovedì 11 dicembre 2008

Lucidamente Barnard

Articolo di Paolo Barnard

"HIGH OCTANE CAPITALISM AHEAD"

 Erano pochi anni fa, guidavo in piena notte lungo una strada deserta alla periferia di Palo Alto, in California. I fari illuminavano cose scontate in un posto così: i grandi incroci delle statali americane, con l’immancabile distributore 7Eleven illuminato da scoppiare, e i prefabbricati a destra e a sinistra della carreggiata con le insegne al neon Jack’n a Box, Burger King, Pizza Hut, ma anche Psychic Palm Reading ecc.

Lungo un tratto particolarmente rado di abitazioni butto l’occhio su un gigantesco cartellone pubblicitario che mi viene incontro, insolitamente poco illuminato, che significa illuminato appieno ma non all’americana per intenderci. Mi blocco, freno in mezzo alla strada e lì mi pianto. Quello che sto fissando è un poster di almeno 10 metri per 5, tutto arancione, che reca la seguente scritta in nero, enorme:

“HIGH OCTANE CAPITALISM AHEAD”.

Tradotto: “Ci aspetta un capitalismo a tutto gas”.

In basso a destra la firma: Forbes, cioè i profeti a mezzo stampa del capitalismo americano.

Per me, fermo lì nel silenzio di una strada deserta, è tutt’uno vedere e capire, leggere e sentire. Quel poster, nell’arroganza duplice delle sue dimensioni e della certezza diquell’affermazione, mi sbatte in faccia la verità:

Il Capitalismo dei Beni di Consumo ha vinto, punto.

Infatti, esso è l’unica interpretazione dell’esistenza umana che ha saputo dilagare trasversalmente in tutto il mondo, trapassando indenne culture, religioni, ideologie e regimi politici diversi, dall’Iran alla Cina, dall’Africa al Baltico al Nepal, e che attende al varco i ‘bolivariani’ dell’America Latina non appena questi avranno preso possesso di uno standard di vita decente per mezzo delle loro odierne ‘rivoluzioni’. Ha piantato davanti a noi per anni e già ben oltre il nostro orizzonte i paletti di un unico percorso obbligato, un destino se volete, ovvero una serie di appuntamenti ai quali non ci potremo sottrarre, né noi cittadini di un mondo ricco già fradicio di esistenza commerciale né quelli dei Paesi emergenti. E, si badi bene, ciò accadrà indifferentemente dalle crisi che il Capitalismo dei Beni di Consumo potrà vivere, come quella odierna, che non scalfisce neppure microscopicamente la certezza della sua diffusione.

I manovratori da destra che stanno dietro a quello sconcertante poster non hanno solo vinto, hanno stravinto, e di più. Hanno stra-stravinto. E c’è la concreta possibilità che le alternative – politiche, umanitaristiche, sociali o movimentiste - siano morte per sempre, che siano state sconfitte una volta di troppo per non rialzarsi mai più, soffocate dal Capitalismo dei Beni di Consumo.

Uscite dai circoli di ‘belle anime’, chiudete i libri delle ‘belleanime’, disertate le serate con le ‘belle anime’. Andate nei luoghi delle persone comuni, e stateci. Verrete travolti dall’assordante mantra del Capitalismo dei Beni di Consumo, schiacciati come larve dalle sue dimensioni.

E allora. Noi, queste sincere ma inutili ‘belle anime’ che siamo, dobbiamo fermare le nostre macchine, tutte, fermare le ruote, ogni nostra azione o progetto, e riflettere su quanto segue:

Come hanno fatto, trentacinque anni fa, un nugolo di intellettuali, economisti e politici a progettare e poi a realizzare la più inimmaginabile sovversione di tendenza politico-sociale della Storia moderna? Come hanno saputo in sole tre decadi arrestare 250 anni di lotte dal basso e iniziare a invertirne la rotta? Come hanno annichilito le sinistre di tutto il mondo occidentale? Come hanno potuto renderci di nuovo plausibile l’inimmaginabile? E cosa sono divenute oggi quelle sparute forze di 35 anni fa? Come hanno lavorato? Come lavorano ogni giorno?

Perché non vi è dubbio che i nostri avversari noi non li conosciamo, non abbiamo dedicato che una frazione del nostro tempo a studiarne le mosse e le forze, perdendo invece anni a inveire contro le loro ‘ombre sul muro’, i Bush e i Berlusconi diquesto mondo. Essi sono un esercito di cui noi ignoriamo quasi tutto. E come potremo mai combatterli?

Sto parlando delle destre economiche e finanziarie che in pochi anni, e seguendo poche ma semplicissime regole, rimanendo compatte, immensamente disciplinate, al lavoro 24 ore su 24 sempre, con oggi a disposizione i migliori cervelli della terra, con mezzi incalcolabili rispetto ai nostri, con al loro servizio praticamente tutta la classe dirigente del mondo, tutti i media che contano, e con il consenso di miliardi di persone obnubilate dalla loro Esistenza Commerciale, stanno portando al trionfo ilCapitalismo dei Beni di Consumo.

Dobbiamo comprendere come hanno fatto a creare un consenso talmente dilagante fra i popoli da riuscire in tutto ciò. Sappiamo che lo hanno fatto in silenzio, lavorando incessantemente a CONTATTO CON LA GENTE COMUNE, macinando incessantemente il loro consenso, senza manifestazioni, cortei, chiasso, gesta clamorose, senza bandiere colorate e feste di piazza. Oggi, se avete l’onestà di guardavi in tasca, di osservare come vivete, cosa consumate e con quali comfort, hanno intrappolato anche voi, nonostante tutto.

Ora, per arginare una macchina mostruosa di queste dimensioni e di questa potenza, c’è una sola strada:

- Studiarla a fondo.

- Formarci in un esercito di attivisti compatto, disciplinato.

- Capire che cosa, in questo periodo della Storia, innesca il cambiamento, quale vettore, quale tipo di interazione umana.Individuare queste chiavi di svolta con precisione, così come si isola una molecola benefica.

- Studiare di conseguenza una comunicazione immensamente abile per attirare l’attenzione del mondo della GENTE COMUNE.

- Studiare i metodi per rendere la comunicazione gradevole ma penetrante.

- Diffonderci nei luoghi della gente comune, implacabili, pazienti, tutto l’anno, per tentare di creare un consenso opposto a quello oggi dominante usando quei metodi attentamente studiati.

- Essere molto ben finanziati, cioè cercare e ingaggiare sponsorilluminati’ capaci di vedere il vantaggio di lungo termine di un mondo più giusto.

- Sapere che è una strada in salita, poiché si tratta di invitare milioni di persone a scelte impopolari, a rinunce, a mutazioni di stili di vita importanti, e a saper vedere però la convenienza finale di un mondo più in equilibrio.

- Mettere da parte le differenze che separano i nostri gruppi che formano il Movimento, cioè rinunciare ai nostri individualismi per un fronte comune, unico, compatto, disciplinato, implacabile diattivisti al lavoro ovunque, sempre, con linee guida universali, sempre le stesse e i metodi di cui sopra. Cioè cambiare il consenso dei popoli, verso la rinascita del primato del Bene Comune. Per un mondo finalmente più giusto.

Non c’è altra strada. Non c'è."


il link al sito Paolo Barnard

martedì 9 dicembre 2008

il debito eterno

Il potere di saper leggere le etichette

Dopo aver letto l'articolo che vi riporto di seguito e dopo aver  fatto alcune prove (lo sapete che sono molto impegnato in questo periodo)  ho scoperto che:

  • l'acuqa nel mio paese è Mediamente dura (coefficente 21)
  • di solito faccio lavatrici da 2,7 kg (io pensavo 4-5 kg)
  • normalmente uso 200 ml di detersivo 
  • l'etichetta del detersivo che normalmente uso mi consiglia di usare (data la durezza dell'acqua e il peso del bucato) circa 50 ml di prodotto 
Saper fare a leggere fa risparmiare a me a all'ambiente il 75% di detersivo.

"Eco lavatrice

La lavatrice: un sogno diventato realtà
Se ricerca seria s'ha da fare, allora bisogna essere onesti. Inutile demonizzare la lavatrice e i detersivi:
niente farà più incaponire l'ominide in noi di qualunque gesto o parola che ventili di fare a meno del mitico oggetto frutto dell'evoluzione della specie.
Ritengo quindi sia utile partire da quà : inutile convincerci che la lavatrice è un aggeggio del diavolo e i saponi sono i suoi accoliti. Se si vuole fare passare un bio messaggio costruttivo e consapevole in noi stessi e negli altri, bisogna rendersi conto che abbiamo tutti bisogno di lavatrice e detersivi, e li teniamo in gran rispetto. Farci sentire in colpa e classificarci come terroristi dell'ambiente servirà solo a rinforzare il bisogno di tutti di chiudere gli occhi sul disastro ambientale che produciamo. Anzi ci sentiremo ancor più bisognosi di allontanarci da qualunque strumento di risveglio ecologico. Una strategia di questo genere opera un "rinforzo negativo", una strategia sbagliata produce l'esatto contrario di quello che vorremmo....
S'ha quindi da farsi furbi... Lo sappiamo tutti che la pubblicità è l'anima del commercio, o no????
QUALE IL PUNTO DI PARTENZA PER PASSARE DAL DIRE AL FARE ?
Dobbiamo essere aiutati a trovare delle vie di mezzo, per il momento.
Vie che facciano da ponte tra tradizionale e biologico, tra dire e fare, tra creazione e distruzione.
Un buon inizio è capire che pur utilizzando detersivi tradizionali & Co, possiamo imparare dei trucchi, degli accorgimenti, delle attenzioni che cambiano di molto l' impatto degli stessi sull' ambientale.
Cominciare con poco si può e si deve.
I DETERSIVI
Sia che si usino detersivi tradizionali che biologici, bisogna stare molto attenti alle quantità.
Alcuni tipi di detersivo cambiano nel tempo composizione e indicazione di dosaggio. Per questo motivo bisogna ricordarsi di leggere con attenzione le prescrizioni in ogni ricarica di fustino acquistata.
NON SPRECARE è la regola aurea, principalmente per l' inquinamento, secondariamente per l'economia. Inoltre una eccessiva quantità di detersivo non riesce a sciogliersi e di conseguenza a lavare. Il risultato è che i panni non sono puliti e rimangono intrisi di residui di detersivo.

Non siamo abituati a pesare. Invece è il gesto più importante da imparare, con qualunque detersivo.
E' l'unica maniera per sapere esattamente quanto si consuma.
Non fidatevi di indicazioni tipo "una tazzina da caffé è pari circa a 50 ml", qualcuna di noi ha esperimentato per mesi con una tazzina da caffé di 90 ml, precisi precisi, senza saperlo e sprecando detersivo.
Non siamo abituati nemmeno a pesare i panni. Le indicazioni di uso del detersivo, si riferiscono a tot chili di panni asciutti. Bisogna imparare a pesare anche i panni, prima che ci si abitui l' occhio.
Usare la giusta quantità di detersivo permette che venga eliminato il più possibile durante il risciacquo. E' importante per non inquinare l'ambiente, ma anche per non inquinare noi stessi: il detersivo depositato sui tessuti che indossiamo è una delle tante sostanze irritanti che teniamo a contatto della pelle.
Sembra difficile capire che i residui di detersivi sui vestiti siano dannosi per la salute, ecco un esempio che chiarifica perché insistiamo su questo aspetto:
avete presente quanti farmaci vengono somministrati attraverso la pelle per mezzo di cerotti?
Cerotti per farmaci cardiaci, cerotti per somministrazione di ormoni, cerotti antinfiammatori.
La nostra pelle ASSORBE le sostanze, con cui viene a contatto. Qualunque esse siano.
A seconda della durezza dell'acqua della propria zona, varia tantissimo la quantità di detersivo che va usata.
Per durezza dell'acqua si intende la quantità di sali di calcio e magnesio presenti nell'acqua.
Se l'acqua è dura molte molecole del tensioattivo sono “impegnate” dagli ioni calcio e magnesio e quindi non lavano; serve allora più detersivo, se ne spreca parecchio e l' inquinamento aumenta.
Per conoscere la durezza dell'acqua della vostra zona, informatevi tramite l'azienda che la fornisce.
Sul sito di Assocasa, trovate un motore di ricerca che consente di ottenere informazioni sulla durezza dell'acqua in 5.600 Comuni italiani.
Un articolo di Wikipedia vi spiega cosa è la durezza dell'acqua e indica i valori di riferimento.
La soluzione principiale al problema dell'acqua dura dovrebbe essere montare dei decalcificatori che la rendano dolce. Oltre al vantaggio sull'uso dei detersivi, si ottiene il grande vantaggio che i macchinari e le tubature dell'acqua non vengano rovinati dal calcare.
Attenzione però: l’acqua trattata con un addolcitore a sali o a scambio ionico non è indicata per il consumo umano, a causa degli ioni sodio che vengono ceduti all’acqua al posto degli ioni calcio e magnesio. Da tenere presente anche che un addolcitore consuma (cioè versa direttamente nello scarico senza che ve ne accorgiate) in media 200/300 litri di pura, buona acqua potabile ogni 3 o 4 giorni per rigenerare i sali. Non è eticamente il massimo.
COSA ABBIAMO PROVATO E SCARTATO
Ausili magnetici:
per magnetizzare l'acqua e pulire senza detersivi: li abbiamo studiati a lungo e non abbiamo trovato nessun dato oggettivo che certificasse la loro efficacia. Né sui libri, né nelle discussioni del settore e nemmeno nel lavandino di casa.
Noci del sapone:
segnalate da molti come efficaci e del tutto naturali, hanno suscitato vari dubbi sulla loro affidabilità nei vari tipi di bucato. Il dott. Fabrizio Zago sul sito Promiseland.it ha compiuto di recente un test in laboratorio che dimostra che esse danno gli stessi risultati della semplice acqua calda.
Le nostre prove domestiche confermano questi risultati.
Palline e ausili fantadetergenti:
ne esistono in commercio di vario tipo. Possiamo solo dirvi di andarci con i piedi di piombo, essere consapevoli che il mondo pullula di eco-truffe. Fateci sapere se avete testato qualcosa di valido o meno; male che vada ci informiamo o diffondiamo col passaparola."

tratto da: Bio Detersivi

lunedì 8 dicembre 2008

materia o energia...

trattato di lisbona

"E’ 
la forma più
assoluta di totalitarismo"
di Ida Magli – tratto da “Il Giornale”, 7 Giugno 2008

In questi giorni, con la ratifica da parte del Parlamento italiano del
cosiddetto Trattato di Lisbona, si porrà fine definitivamente
all'esistenza delle Nazione Italia. E mano a mano si porrà fine
all'esistenza di quasi tutte le altre nazioni in Europa. Non bisogna
sorprendersi del silenzio che accompagna l'atto più importante che sia
mai stato compiuto dal 1870 con il Regno d'Italia. È un silenzio che
non è dovuto soltanto al volere dei governanti, ben sicuri fin
dall'inizio dell'operazione “Unione europea“ che bisognava tenerne
all'oscuro il più possibile i cittadini, ma anche alla obiettiva
difficoltà per i giornalisti di fornire informazioni e tanto meno
spiegazioni di un progetto che esula da qualsiasi concetto di «politica“.
Il Trattato di Lisbona è infatti una «visione del mondo»
universale, una teologia dogmatica con le sue applicazioni pratiche, la
forma più assoluta di totalitarismo che sia mai stata messa in atto.
Come potrebbero i giornalisti istruire con poche parole milioni di
persone sulla metafisica di Kant? Eppure c'è quasi tutto Kant, inclusa
la sua proposta per la Pace Perpetua, nel progetto dell'Unione europea. Ma c'è anche molto Rousseau, molto Voltaire, molto Marx, con in più quello che Tremonti definisce «mercatismo»: l'assolutizzazione del mercato. 
La falsificazione dei significati linguistici accompagna fin dall'inizio
l'operazione europea: quello che viene firmato non è affatto un
Trattato e non è neanche una «Costituzione», come era stato chiamato
prima che i referendum popolari lo bocciassero. È la proclamazione di
una religione universale, accompagnata in tutti i dettagli dagli
strumenti coercitivi verso i popoli e verso le singole persone per
realizzarla. È il passo fondamentale, dopo averlo costituito in
Europa, per giungere alla meta prefissata: il governo mondiale.
Posso indicare in questo breve spazio soltanto alcuni degli
strumenti preordinati:

A) Il sincretismo fra le varie religioni e fra i vari
costumi culturali. Un sincretismo che verrà raggiunto con lo
spostamento di milioni di persone e smussando tutte le differenze
attraverso il «dialogo». Discendono da questa precisa volontà dei
governanti le ondate immigratorie che stanno soffocando l'Europa
d'occidente. Si tratta di decisioni di forza, prese a tavolino : se
nasceranno reazioni o conflitti, come di fatto sono già nati,
provvederanno le schedature biometriche, la polizia e il tribunale
europeo a eliminarli.

B) Il governo concentrato in poche persone, quasi
sconosciute ai cittadini, mentre diventano sempre più pleonastici i
parlamenti nazionali. Il parlamento europeo, infatti, tanto perché
nessuno possa obiettare in seguito che non aveva capito, è stato
istituito fin dall'inizio privo di potere legislativo. Pura finzione al
fine di gettare polvere negli occhi ai cittadini e tenere buoni con
ricche poltrone i residui pretendenti al potere nell'impero fittizio. 

C) Nella sua qualità di fase di passaggio verso il governo
mondiale, l'Europa deve essere debolissima, come infatti sta diventando.
Per ora qualcuno lo nota a proposito dell'economia e della ricerca
(ricerca significa intelligenza), ma presto sarà chiaro a tutti
l'impoverimento intellettuale e affettivo di popoli costretti a perdere
la propria identità, la propria «forma» in ogni settore della vita.
In Italia la perdita è più grave per il semplice motivo che gli
italiani sono i più ricchi di creatività. Di fronte al vuoto di
qualsiasi ideale e di qualsiasi futuro, i giovani si battono per quelli
vecchi inesistenti, oppure «si annoiano». Vi si aggiungono con uguale
impoverimento i milioni di immigrati, anch'essi sradicati dalla loro
identità e gettati nel crogiolo della non-forma.

Si tratta di conseguenze ovvie, perseguite con ostinazione
durante il passare degli anni sia dai fanatici credenti nella religione
universale che da coloro che se ne servono per assolutizzare il proprio
potere. Ci troviamo di fronte a quello che i poeti tedeschi
individuavano chiaramente durante il nazismo come «il generale
naufragio dello spirito». Seppellire le nazioni per paura del
nazionalismo significa provocare di nuovo il generale naufragio dello
spirito. Significa che alla fine Hitler ha vinto.

Ida Magli


Roma, 24 Maggio 2008

sabato 6 dicembre 2008

Loro ci gruardano



i cerchi nel grano sono spirografie che mamma terra fa da dentro

venerdì 5 dicembre 2008

Un futuro possibile?

Di seguito un video realizzato dalla Casaleggio Associati che mostra la loro visione del futuro politico mondiale. La Casaleggio Associati è la casa editrice di Grillo, oltre ad essere la società che fornisce consulenza strategica per il  blog di Grillo e di Di Pietro.

dal sito della Casaleggio:

Mission

Casaleggio Associati ha la missione di sviluppare consulenza strategica di Rete per le aziende e di realizzare Rapporti sull’economia digitale.

La consulenza strategica ha l’obiettivo di indirizzare le aziende nelle scelte rese necessarie dalla Rete e di consentire la definizione di obiettivi misurabili in termini di ritorno economico, in modo da determinare lo sviluppo del business dell’azienda, sia nel medio, sia nel lungo termine.



la mia interpretazione di consulenza strategica:
  • come individuare un target (es. i navigatori scontenti dell'attuale sistema di governo)
  • che tipo di prodotto proporre a questo target (es. un blog dove si critica fortemente il sistema) 
  • come promuovere il prodotto (es. chiedendo ai navigatori di pubblicizzare gratuitamente tramite un banner campagne come "Parlamento pulito" dove cliccando si finisce sul sito dove si vende il prodotto)
  • come massimizzare i profitti derivanti dalla vendita del prodotto (es. vedira di dvd o biglietti per spettacoli).

pearl jam- do the evolution

assolutamente da vedere

TREMONTI ILLUMINATI ANNO ZERO



giovedì 4 dicembre 2008

Un minuto di cordoglio

...mancavano gli spiccioli nel portafoglio e come al solito si sono ipotecati il futuro. Un minuto di cordoglio per l'amico risparmio energetico, la nonna casa coibentata e i cugini pannelli solari.

 55%: i blog si mobilitano

Aderisco volentieri all'iniziativa lanciata 
qui e qui, insieme a ilKudaVivere CernuscoJacopo FoInformazione senza limitiSharondreamsOsservatori sul Razzismo in ItaliaBlog del GiornoCernuscoTvAppunti e Virgole (se hai un blog, metti un post con un link a questo post e segnalalo).

LA CALMA E' LA VIRTU' DEI CALMI

la calma è la virtù dei calmi

ma noi??? deduciamo o induciamo

non ricordo dove ho preso il materiale

Il ragionamento induttivo non parte invece da certezze fisse, ma dall'osservazione dei dati disponibili, e cerca di trarre conclusioni solo quando crede di averne raccolto a sufficienza (es.: “Ci sono gli sbuffi laterali, gli edifici cadono molto in fretta, il calore non poteva indebolire le strutture, i testimoni parlano di esplosioni, ecc... Tutto questo mi porta a concludere che sia stata una demolizione controllata”). Il premio che lo attende è l’introduzione un concetto nuovo, che prima non esisteva (“E’ stato un autoattentato”), lo svantaggio è quello di non avere mai la certezza assoluta della conclusione a cui si è giunti.


Talmente importante è la distinzione fra ragionamento deduttivo e induttivo, che si può affermare che tutte le discussioni si possano in qualche modo far risalire a questa diversa impostazione mentale. Fateci caso, sui nostri forum come nei dibattiti televisivi, ...


... e distinguerete immediatamente i due diversi modi che ciascuno adotta nell’affrontare le discussioni. E noterete anche che quasi sempre le persone che adottano un metodo – per approcciare inizialmente un certo problema - non adottano mai l’altro, e viceversa.


Esiste in proposito una tale raccolta di aforismi, che sembra confermare in pieno l’importanza di questa distinzione di fondo:


«Le storie più errate sono quelle che pensiamo di conoscere meglio, che quindi non sindachiamo e su cui non ci poniamo più interrogativi.»

- Stephen Jay Gould


«Solo i piccoli segreti vanno protetti. Per quelli grandi sarà sempre sufficiente l’incredulità della gente.»

- Marshall McLuhan 


«Gli uomini nascono ignoranti, non stupidi. E’ l’educazione che li rende stupidi.»

- Bertrand Russell


«Ci si fa ingannare non da ciò che non si conosce, ma da quello che si crede di conoscere.»

- Jean Jacques Rousseau


«Colui che in una discussione fa sfoggio di autorità, non usa la ragione, ma la memoria.»

- Leonardo da Vinci


«L'incompetenza si manifesta con l'uso di troppe parole.»

- Ezra Pound


«C'è un'ignoranza da analfabeti e un'ignoranza da dottori.»

- Michel De Montaigne


«Crediamo soltanto a ciò che vediamo. Perciò, da quando c'è la televisione, crediamo a tutto.»

- Hildebrandt Dieter


«I computer sono inutili. Ti sanno dare solo risposte.»

- Pablo Picasso


«L'assuefazione indebolisce la vista del nostro giudizio.»

- Michel de Montaigne


«Non è possibile o non è facile mutare col ragionamento ciò che da molto tempo si è impresso nel carattere.»

- Aristotele


«L'abitudine ci nasconde il vero aspetto delle cose.»

- Michel de Montaigne


«Il dogmatismo non è che bullaggine diventata adulta.»

- Douglas Jerrold


«Non dimentichiamo mai che una fede eccessiva è sempre accompaganta da una pari mancanza di conoscenza.»

- Francis Story 


***


Ci sono poi gli aforismi che derivano direttamente da questi principi, e nei quali sicuramente molti di noi si ritrovano: 


«Le probabilità di essere nel giusto aumentano in maniera proporzionale all’intensità con cui gli altri cercano di dimostrare che stai sbagliando. »

- Harry Segall


«Giornalismo è diffondere quello che qualcuno non vuole che si sappia, il resto è propaganda.»

- Horacio Verbitsky


«Se riescono a farti porre le domande sbagliate, non devono più preoccuparsi di dare le risposte giuste.»

- Thomas Pynchon


«Se l’ignoranza è una benedizione, perchè ci sono così poche persone felici?»

- Anonimo


«Non temere mai le ombre. Queste indicano che nelle vicinanze c’è una luce che brilla. »

- Ruth Renkel


«Ogni sensazione di verità non è che la percezione di una analogia.»

- Henry David Thoreau


«Soltanto con il cuore si può vedere nel modo giusto. Ciò che è essenziale sfugge alla vista umana.»

- Antoine De Saint-Exupery


***


C’è infine Albert Einstein, che merita un capitolo a parte:


«La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre.»


«Per quanto le leggi della matematica si riferiscano alla realtà, esse non sono certe, e per quanto siano certe, esse non si riferiscono alla realtà.»


«L'importante è non smettere di fare domande.»


«Il senso comune è quello strato di pregiudizi che si sono depositati nella mente prima dei diciotto anni.»


«Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare.»


«Chiunque si pone come arbitro in materia di conoscenza, è destinato a naufragare nella risata degli dei.»

mercoledì 3 dicembre 2008

Ezechiele 25,17